L’avresti fatta franca come il team di Mango?
- Daniel Giaconia

- 16 ott 2020
- Tempo di lettura: 6 min
Mango, nota catena fash fashion fondata nel 1984 a Barcellona, è salita alla ribalta nelle cronache spagnole a seguito di un esposto di Acexpiel, l’Assopelletteri spagnola per intenderci.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un paio di sandali, o meglio la descrizione che il marchio aveva inserito sul suo shop online e che non è sfuggita agli addetti al lavoro.
Per comodità ti ho riportato la pagina del prodotto in italiano e nella colonna di destra trovi la composizione della tomaia incriminata: pelle bovina riciclata.
Ovviamente questa dicitura ha fatto rizzare le orecchie agli addetti ai lavori che l’hanno definita “meaningless description”, ovvero una descrizione senza senso e soprattutto che non tiene conto dei regolamenti europei sull’etichettatura dei prodotti calzaturieri.
Ma non è questo il problema: infatti Acexpiel ha voluto vederci chiaro e ha acquistato un paio di questi sandali che ha poi spedito al centro di ricerca e di test Inescop per farle analizzare.
Immaginate il loro stupore quando gli è arrivato il risultato dell’analisi: il materiale utilizzato non era pelle ma rigenerato di fibre di pelle; ma non è finita. La notizia ha iniziato a circolare nell’ambiente, tant’è che Dr Kerry Senior, il presidente di Leather UK, l’associazione di categoria delle industrie della pelletteria inglese, ha formalmente fatto richiesta al team di Mango per conoscere la vera composizione del prodotto e la risposta gli ha fatto gelare il sangue “Eco-pelle”.
Eco-pelle non vuol dire un cazzo.
Eco-pelle è il nome che i furbetti danno ai sintetici o ai derivati della pelle di scarso valore, ma in pochi sanno che a giugno di quest’anno è stato pubblicato un decreto, che entrerà ufficialmente in vigore a fine ottobre, che ne vieta l’utilizzo. Usare il termine eco-pelle è vietato!
In questo caso Mango è stata invitata a modificare la descrizione e a fare più attenzione, ma sappiamo che se dovesse succedere a noi non sarebbero così gentili.
Se hai visto il video che ho pubblicato lunedì su Youtube sai già cosa potresti aspettarti, altrimenti continua a leggere.
Per quanto uno possa credere nella buona fede delle persone, i motivi che potrebbero aver spinto Mango ad utilizzare questa dicitura sono due:
- Ignoranza
- Malafede
Sinceramente non saprei quale sia peggio.
Malafede perché le persone sono portate a considerare di maggior valore un prodotto in pelle rispetto a uno che non lo è; in più la tematica “eco” che si deduce da “riciclato” cavalca l’onda ecologista che si sta diffondendo negli ultimi anni.
Ignoranza perché semplicemente chi ha scritto la descrizione non conosce la differenza tra i diversi tipi di pellami.
E se lo stesso errore capitasse a te?
Ovviamente nel tuo caso non parliamo di malafede, o per lo meno non della tua di malafede, ma del tuo fornitore.
Se infatti ti presenta un materiale sai riconoscerlo con uno sguardo? O con un tocco?
No e potrebbe capitare a chiunque, anche ai più esperti, perché il problema è che ormai i furbetti si sono specializzati talmente tanto nella produzione di materiali “copia” che è impossibile distinguerli.
Ma prova a pensare a cosa succederebbe se un tuo cliente dovesse farti causa perché la sua cintura in pelle si rompe. O se dovesse anche solo fare una segnalazione alle associazioni di categoria.
La cintura sarebbe fatta analizzare da centri specializzati e il responso non ti lascerebbe via di scampo. E a quel punto sarebbero cazzi.
Questo errore per la tua azienda si traduce in una sanzione amministrativa da un minimo di 1500 € ad un massimo di 20000 €, ma non finirebbe qui. La colpa ricadrebbe anche sui punti vendita che hanno acquistato le cinture con il tuo marchio e per loro la sanzione va da 700 € a 3500 €. A punto vendita.
E su chi pensi si rivarranno? Sulla tua azienda.
E su chi si sfogherà il tuo responsabile? Su di te.
Tu potrai sfogarti sul tuo fornitore, ma quali alternative hai se non cambiarlo?
Potresti richiedergli di pagare tutti i danni che ti ha arrecato, ma probabilmente non li salderebbe mai se non dopo lunghe e costose cause.
E bada bene che le sanzioni si applicano anche se nell’etichetta o sul contrassegno non vengono indicate TUTTE le composizioni della cintura.
Hai capito bene, tutte.
Se infatti la cintura presenta una fodera in rigenerato e uno strato superiore in pelle non possiamo parlare di una cintura in vera pelle; si tratterà di una cintura in pelle e rigenerato di pelle.
È come quando vai al ristorante e prendi un piatto di tagliatelle al tartufo bianco d’Alba: quando il cameriere ti porge il piatto fumante ti aspetti di vedere il tartufo, giusto?
E se mettessero solamente l’olio aromatizzato al tartufo?
Non è proprio la stessa cosa. E lo stesso vale per le cinture e più in generale i prodotti in pelle, anche se purtroppo c’è ancora parecchia, troppa confusione su questo tema.
Pensa che continua a circolare tra moltissimi miei colleghi anche il falso mito che se il 51% della cintura è realizzato in pelle è possibile etichettarla come vera pelle. E ovviamente come sfruttavano questo a proprio vantaggio? Realizzavano lo strato superiore in pelle, quello inferiore in rigenerato, di aspetto identico alla pelle ma con un valore infinitamente più basso, e poi aggiungevano il passante in pelle. E così raggiungevano il 51%. Furbi loro.
E io cretino che su ogni cintura inserisco tutta la lista, multilingua.

E questi pensano anche di farla franca, di essere furbi: ma quando vengono scoperti, perdono il cliente e la reputazione a che cosa è servito?
Preferisco di gran lunga lavorare in maniera onesta con i miei clienti, senza furbizie varie e senza fare il primo della classe perché, diciamocelo tra di noi, i primi della classe ci sono sempre stati sui coglioni.
A me interessa solo che i miei clienti siano al sicuro e non abbiano problemi; come ti dicevo anche nei precedenti articoli io vedo tutti i miei clienti come collaboratori, come una squadra.
Se tu vai a fondo vado a fondo anche io, ma se tu vinci, vinco anche io.
E preferisco che tu abbia il minor numero di pensieri possibile, anche perché con il tuo lavoro frenetico e i numerosi fornitori di cui devi preoccupare non hai molto tempo da dedicare alle cinture.
Per questo io e il mio team abbiamo messo in pratica un metodo di lavoro preciso, frutto di trent’anni di esperienza, che si divide in tre fasi:
1. STUDIO
Il primo passo del nostro percorso è quello di conoscersi; è uno step fondamentale che mi permette di capire se posso prendere la responsabilità della tua produzione oppure no.
In questa prima fase di studio per me sarà indispensabile capire se:
- Sei un cliente in target
- Se il prodotto che intendi realizzare è in target
- Se le tue tempistiche sono in sintonia con le mie
Questa è una fase fondamentale perché mi permette di capire se sei il cliente giusto per me, a cui posso garantire il mio lavoro al 100%.
2. SVILUPPO
Dopo la fase di studio, che rappresenta lo step fondamentale del nostro percorso, possiamo passare allo sviluppo del tuo progetto.
In questa fase effettueremo insieme:
Analisi delle fasce prezzo
Analisi dei materiali e colori
Analisi degli accessori e galvaniche
Analisi dello stile
Analisi del packaging (box, confezionamento, etichette, barcode, ecc)
Analisi delle tempistiche di prototipia e di produzione
Analisi delle taglie con relativi parametri
Analisi delle personalizzazioni (timbri e stampi)
Sviluppo campioni e prototipi
Questa fase di analisi ti permette di avere in mano un campione che rispetti fascia prezzo, qualità delle materie prime e l’identità del tuo brand.
È chiaro che quando queste tre cose coincidono, la campagna vendite dei tuoi agenti o dei tuoi negozi avrà grandi benefici.
3. PRODUZIONE
La terza ed ultima fase è quella della produzione della tua collezione secondo le modalità ed i tempi concordati nella fase di sviluppo.
Prima di avviare la produzione, riceverai una conferma d’ordine e la chiamata della nostra responsabile commerciale che avrà verificato le tempistiche di consegna di tutte le componenti indispensabili per il tuo ordine:
Pellami
Accessori
Packaging
Personalizzazioni
Alla ricezione dei materiali di produzione, qualora ne avessi necessità, invieremo un ulteriore campione confirmatorio con i materiali di produzione.
Solitamente questa prassi viene usata quando si utilizzano alcuni pellami pieno fiore conciati al vegetale, che possono avere una leggera varianza di partita in partita.
Questo permette al tuo controllo qualità di avere sempre un prototipo effettivo nelle proprie mani e quindi un lavoro molto fluido sia per loro che per te, che devi gestire tutti i processi. Avrai sempre la garanzia di un lavoro fluido senza irritanti intoppi nella tua giornata.
Ma non finisce qui, prima di spedire effettueremo noi stessi il medesimo controllo qualità che verrà effettuato poi nella tua azienda, a ulteriore garanzia di corrispondenza dei prodotti e fluidità di lavoro.
Circa una settimana dopo la ricezione della merce, la nostra responsabile commerciale ti contatterà per verificare che tutto sia andato bene e che tu sia soddisfatto del lavoro svolto come noi ci aspettiamo.
Come vedi non lasciamo nulla al caso: vogliamo che tu non debba preoccuparti della produzione delle cinture una volta che avremo iniziato la nostra collaborazione.
E, come ti accennavo anche sopra, per toglierti anche il più piccolo sassolino dalla scarpa ti offriamo anche la nostra garanzia.
Ora la scelta è tua. Continuerai a sognare il tuo fornitore ideale o sei pronto ad averlo per davvero?





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